L’Opéra è una serie Tv francese sulla danza, in onda su Sky, che ci porta nel cuore del Palais Garnier, alla scoperta di un mondo tanto affascinante quanto spietato. L’Opéra non è un documentario ma è una vera e propria fiction. “Questa serie è un’opera di finzione. I personaggi e le situazioni narrati sono immaginarie e non intendono riflettere la realtà dell’Opéra National de Paris”, si precisa nell’incipit delle puntate. Ma, forse, sono proprio queste parole a stuzzicare ancor di più la curiosità dello spettatore.
L’OPÈRA: la trama (no spoiler!)
Sono già diversi anni che Zoe (Ariane Labed), étoile dell’Opéra, ha perso la sua grazia e la sua aura. Dopo un grave incidente che l’ha costretta ad un forzato stop, alle prove e agli spettacoli preferisce le notti di ubriachezza ed eccessi. Mentre festeggia il suo 35° compleanno, nello stesso teatro che l’ha vista crescere e sbocciare, si pensa ad una sola cosa: licenziarla. Ma lei è pronta a tutto per riconquistare il posto che le spetta di diritto. Lungi dall’allontanarsi in punta di piedi, si darà anima e corpo pur di tornare a danzare su quel palco che ama visceralmente.
Ne L’Opéra, la parabola discendente della carriera di Zoe incrocia il destino di una ballerina nera, Flora (Suzy Bemba): una diciannovenne di origine senegalese che ha appena ottenuto un posto come “soprannumeraria”, cioè sostituta. Al contrario di Zoe, Flora lotterà per scalare i gradini dell’Opéra di Parigi. A causa delle numerose difficoltà che incontrerà nel tentativo d’integrarsi in un mondo dove il “bianco” regna sovrano, la sua ascesa si rivelerà alquanto faticosa. In un frenetico alternarsi di colpi bassi e barlumi di speranza, Flora farà di tutto per imporsi.
Sébastien (Raphaël Personnaz), il nuovo Direttore dell’Opéra, è un uomo traboccante di ambizione. Tuttavia, vive in una situazione di costante conflitto tra quelle che sono le sue aspirazioni artistiche e le pressioni politiche a cui deve sottostare. La prima delle sue priorità, infatti, è terribile: deve convincere Zoe, che a 35 anni non può essere ancora ufficialmente licenziata, a rassegnare le dimissioni di sua spontanea volontà. Grazie alle vite sempre al limite di questi tre personaggi, la sceneggiatrice, autrice e regista Cécile Ducrocq, coadiuvata da Benjamin Adam nella scrittura, riesce a catturare lo spettatore sin dalle primissime scene, confondendo abilmente la finzione con la realtà.

L’OPÉRA: una fiction molto realistica.
Nella serie L’Opéra c’è un livello impressionante di realismo: cosa non facile da realizzare quando hai a che fare con un’organizzazione complessa come quella, appunto, dell’Opéra de Paris. Anche se la fiction non è un documentario, gran parte del trambusto che si vede sullo sfondo è reale. Alcune scene sono state girate dentro e intorno al vero Palais Garnier. Tuttavia, essendo quest’ultimo un luogo di lavoro costantemente operativo, la maggior parte di esse è stata girata altrove.
Dal punto di vista squisitamente cinematografico, la produzione ha creato la propria compagnia di balletto. Ha scelto attori capaci di ballare secondo gli elevati standard richiesti e veri ballerini che sapessero recitare. Persino la messa in scena del Lago dei Cigni, a cui assistiamo nella quarta puntata, ha richiesto la presenza di un coreografo che creasse una versione “ad hoc” in grado di adattarsi alle particolari esigenze di ripresa. Insomma, è anche grazie a questi notevoli accorgimenti che L’Opéra si presenta come una serie fresca e moderna.
Guardare L’Opéra è come possedere un nostro personalissimo pass per accedere al backstage di una delle compagnie di balletto più famose al mondo. Ci trasformiamo in spettatori privilegiati dei drammi, delle relazioni e delle sfide che affrontano i personaggi. Il realismo che caratterizza questa serie tv, dunque, ci pone al centro dell’azione e ci fa sentire parte integrante della narrazione. I nostri occhi spiano tutto ciò che accade. Diventiamo i testimoni privilegiati delle vite dei personaggi.

L’OPÉRA: lo specchio della Francia (e non solo!)
Anche se L’Opéra abbaglia con le scene di danza, il suo soggetto è certamente una feroce critica sociale. Attraverso il destino dei suoi personaggi, infatti, la serie Tv s’interessa delle grandi ingiustizie che attraversano la società francese e, più in generale, la società contemporanea occidentale: razzismo, classismo e sessismo.
L’esasperata competizione che si vive nel mondo del balletto consente agli sceneggiatori di farci riflettere sul modo in cui la nostra società ancora guarda al corpo della donna: considerato come una macchina da sfruttare fino a quando la sua usura non ne richieda la sostituzione. Inoltre, la serie approfondisce anche le questioni politiche che agitano il famoso teatro parigino, come le lotte sindacali dei suoi lavoratori.
I riferimenti alla realtà.
Per dipingere questo ritratto intransigente dell’Opéra de Paris, gli sceneggiatori hanno necessariamente svolto un meticoloso lavoro di ricerca. Anche se la serie L’Opéra è dichiaratamente una finzione, è evidente che mira a essere il più realistica possibile. La regista, infatti, si è avvalsa della consulenza di Astrid Boitel, ex studentessa della scuola di ballo dell’Opéra, dove è stata anche assistente alla regia. Infine, non è una fortuita coincidenza il fatto che il personaggio di Sébastien sembri chiaramente ispirarsi a colui che ha fatto molto parlare di sé durante il suo breve incarico come Direttore dell’Opéra: Benjamin Millepied.

L’OPÉRA: 3 buoni motivi per guardarla.
1 – È una serie tv di ampio respiro. Affronta molto bene diversi temi: da quelli sociali fino a quelli più intimi e privati, come la profonda e intimissima sofferenza che ogni danzatore vive quando si avvicina il momento di abbandonare le scene.
2 – In questi otto episodi la tensione è costantemente palpabile. Nonostante alcune parti della sceneggiatura non siano convincenti e alcuni dialoghi eccessivamente caricaturali, la fiction, nel suo complesso risulta “ben coreografata”.
3 – È adatta a tutti, non solo ai cultori del balletto. Tant’è che L’Opéra avrà sicuramente una seconda stagione, le cui riprese sono iniziate ancor prima della messa in onda dei primi otto episodi.
Spero di avervi incuriosito quindi, non mi rimane altro che augurarvi buona visione e, come sempre, buona danza.