Il ritmo del successo (titolo originale Center Stage) è una pellicola del 2000 diretta da Nicholas Hytner. Il film racconta le avventure di un gruppo di giovani ballerini della scuola American Ballet Academy di New York City. La trama è una “scusa” per mostrarci coreografie di livello. Movimenti eseguiti alla perfezione e catturati dalla macchina da presa in maniera (quasi) impeccabile. In questi numeri di danza non ci sono errori ma, forse, non ci sono nemmeno grandi idee.
IL RITMO DEL SUCCESSO: trama (no spoiler)
Dopo una serie di durissime audizioni, dodici giovani ballerini conquistano l’accesso all’American Ballet Academy. Il nome fittizio dell’accademia ricorda la scuola dell’American Ballet. Mentre scorrono le immagini, vediamo i ragazzi lavorare sodo per tutto l’anno. Loro desiderano intensamente trasformarsi nei migliori ballerini che potranno mai essere. Oltre alle lezioni, la trama de Il ritmo del successo si focalizza sui preparativi per lo spettacolo di danza di fine anno accademico: il saggio di danza per intenderci! Questo sarà l’evento che li metterà seriamente a dura prova sia sul piano artistico, sia su quello umano. Infatti, solamente a tre ragazze e a tre ragazzi verrà data la possibilità di far parte dell’American Ballet Company. Anche questo nome è fittizio e vuole richiamare volutamente l’American Ballet Theatre o il New York City Ballet.
Come se non bastasse, ad assistere al saggio finale, sono invitati i rappresentanti delle Compagnie di balletto più prestigiose di tutti gli Stati Uniti. Lo spettacolo diventerà, quindi, una splendida vetrina per gli studenti, i quali, per essere notati, dovranno dimostrare di essere dei veri e propri fuoriclasse. Per i dodici danzatori, ottenere un ruolo di primo piano nello spettacolo sarà, ovviamente, di “vitale importanza”. Fra i protagonisti de Il ritmo del successo c’è Ethan Stiefel, primo ballerino dell’American Ballet Theatre. La ballerina professionista Amanda Schull. La prima ballerina dell’American Ballet Theatre Julie Kent e l’attrice Zoe Saldana, nota per i suoi studi di danza classica. In questo film fa il suo esordio Ilia Kulik, pattinatore russo vincitore delle Olimpiadi invernali del 1998. L’uscita del film in Italia fu programmata per il 15 settembre 2000.

I NUMERI DI DANZA
I numeri di danza de Il ritmo del successo sono molto curati e ben catturati dalle telecamere. Tuttavia, alcune coreografie sono riprese in modo, diciamo così, “sonnolento”. L’uso delle telecamere fisse, volte a suggerirci la prospettiva del pubblico dal vivo, è talvolta eccessivo. Basterebbe confrontare alcune scene di Due vite, una svolta per capire come il cinema possa valorizzare il balletto.
Tuttavia, nelle due lunghe sequenze finali di danza del film, il regista immortala gli artisti in modo meraviglioso. Nicholas Hytner è stato aiutato da due talentuosi coreografi: Susan Stroman e Christopher Wheeldon. La loro esperienza salva decisamente alcuni numeri di danza inizialmente mal concepiti. Le scene girate nel club di salsa e nella scuola di danza jazz rischiavano seriamente di scadere nella volgarità e nella banalità. Alla fine, invece, risultano quantomeno apprezzabili. Ma c’è da dire che, nonostante tutto, la danza del film finisce per essere sexy e contagiosa, e questo grazie anche alla meravigliosa musica della colonna sonora.

UNA SCENEGGIATURA DEBOLE
In alcuni momenti iniziali, il ritmo del successo sembrerebbe presentarsi come una pellicola innovatrice e realistica. C’è una bella scena, infatti, in cui vediamo cosa succede quando si rompono le scarpette da punta. Questo particolare si fa metafora perfetta delle difficoltà che, quotidianamente, sopportano le danzatrici. Ma l’illusione dello spettatore viene ben presto frantumata.
Purtroppo, una volta iniziata la storia, è subito evidente che gli sceneggiatori si affidano ai soliti clichè. Le tematiche sociali affrontate, come la bulimia e la scarsa autostima, vengono relegate al ruolo di semplice sostegno alla narrazione. Saranno abbandonate miseramente senza il benché minimo approfondimento. In definitiva, la trama del film è tanto stupida quanto l’ultimo balletto “rock”. I personaggi sono monodimensionali, così come le loro “lotte”. In effetti, a pensarci bene, il terreno su cui si muove il film è talmente familiare che è quasi scusabile.

IL RITMO DEL SUCCESSO: è tutto già “visto”!
Il ritmo del successo è un film che dimostra come tutti i cliché delle pellicole ambientate nel mondo dello sport possano essere applicati con successo al mondo del balletto. Con una trama prevedibilissima e banale, il film sembra una ripetizione di Flashdance innestata su The Cutting Edge (in italiano Vincere Insieme), un film sul pattinaggio. L’unica cosa che differenzia questa pellicola da qualsiasi cosa sia stata girata prima è la meticolosa attenzione ai dettagli. Le sequenze di danza sono, infatti, impeccabilmente coreografate e presentate nella loro interezza.
Saranno Famosi (titolo originale Fame) di Alan Parker – un film e, soprattutto, una serie TV che vivranno per sempre nei ricordi degli adolescenti degli anni ’80 – aveva già magnificamente narrato le vite di aspiranti giovani artisti. È anche vero che ogni generazione merita il suo film su questo argomento (vedi Yeh Ballet del 2020). Dunque, Il ritmo del successo si propone di parlare ai giovani del nuovo secolo. Ma ahimè, lasciatemelo dire, questo film è decisamente meno incisivo rispetto al suo predecessore. Di certo, non sarà destinato ad essere annoverato tra le pellicole che hanno reso onore alla danza nel cinema.
